Risultati delle prove varietali su cereali estivi – anno 2010
Mais e Sorgo
SORGO
Per quanto riguarda le prove di sorgo non si riscontrano anomalie nell’esecuzione delle stesse, in tutte le località le semine sono state effettuate dopo la metà di aprile in epoca ottimale per la coltivazione. La totalità degli ibridi in prova non presentava tannini o comunque aveva un tenore basso di tali sostanze; più della metà degli ibridi sono a granella bianca (20 su 31 totali) e come ciclo di precocità sono contenuti entro la classe 500, in quanto precedenti sperimentazioni hanno dimostrato che, negli ambienti emiliano-romagnoli, ibridi più tardivi non risultano competitivi.
Le operazioni colturali svolte nelle località di prova sono riportate nelle tabelle 1, 2 e 3.
Nelle tabelle 4, 5 e 6 sono riportati i dati elementari raccolti nelle diverse località di prova, mentre in tabella 7 si riporta l’elaborazione cumulativa dei risultati ottenuti.
I dati produttivi ottenuti sono caratterizzati da coefficienti di variabilità accettabili mentre la significatività è risultata elevata in tutti i campi così come per l’interazione Località x Varietà.
L’ibrido più produttivo nel 2010 è risultato ANGELUS con un valore di indice di produttività (espresso rispetto alla media di campo) pari a 118, subito seguito da MARCUS e ARSENIO (indice di produttività pari a 114) che anche quest’anno riconfermano le loro ottime doti produttive. Seguono poi, BRENUS e ARALBA (con indice di produttività pari a 111), TARGGA e CLASSUS (109), ed ARTICO con indice di produttività pari a 107 (tabella 7). La maggior parte di questi ibridi hanno però presentato andamenti produttivi diversi nelle località di prova ed alle volte quasi opposti, solo BRENUS, TARGGA e ARALBA hanno mostrato andamenti simili. Mentre nelle due località della Romagna ANGELUS, ARSENIO e MARCUS sono risultati i più produttivi, nell’Emilia hanno evidenziato un certo cedimento produttivo, lasciando il posto dei più produttivi a ARALBA, VELOX e BRENUS.
Come già riscontrato in passate sperimentazioni, è interessante notare, le diverse risposte produttive degli stessi ibridi nei diversi areali di coltivazione. Infatti, nella prova condotta presso l’Azienda Neri (tabella 4) l’ibrido ARSENIO, risulta essere l’ibrido più produttivo con una resa di 11,4 t/ha pari al 19 % in più rispetto alla media di campo, seguito da ANGELUS che ha prodotto 11,0 t/ha e MARCUS, CLASSUS, STINGG, ARALBA, TARGGA e PR88Y20 che hanno fornito rese comprese tra le 10,7 e le 10,0 t/ha di granella. Con produzioni appena inferiori troviamo BRENUS, PR84G62 e BRIGGA rispettivamente con 9,9 e 9,8 t/ha di granella. MAYA e BURGGO, rispettivamente con 8,3 e 8,1 t/ha di granella, sono gli ibridi che in questa località hanno fatto registrare le minori produzioni. In generale l’eserzione è risultata contenuta per tutti gli ibridi (dato medio 6 cm), ad eccezione di GIAGUARO (16 cm).
A Parma presso l’Azienda Agraria Sperimentale Stuard (tabella 5) spicca su tutti ARALBA con una produzione che supera circa del 18 % la media di campo. Anche in questa località le produzioni variano vistosamente passando dai valori minimi di CHEOPE e COSMOSOL (5,8 t/ha) a produzioni superiori alle 8 t/ha di ARALBA, VELOX e BRENUS. Hanno fornito ottime rese anche TARGGA e ANGELUS (7,8 t/ha) e ARTICO e PR84G62 (7,7 t/ha).
A Ravenna l’ibrido che ha fornito le maggiori produzioni è risultato ANGELUS (9,0 t/ha), subito seguito da MARCUS (8,82 t/ha), ARSENIO (8,51 t/ha), BRENUS (8,51 t/ha) e CHEOPE (8,27 t/ha). Seguono poi, con produzioni leggermente inferiori comprese tra le 7,8 e le 8,1 t/ha ARTICO, ARDITO, TARGGA e PUMA, (tabella 6). In questa località si sono verificati danni da uccelli solamente a carico di 3 ibridi OGGAN, COSMOSOL e PR84G62. Quest’ultimo, forse a causa dell’estrema tardività del ciclo, ha presentato un elevata percentuale di sterilità (pari al 30%) che associato ai danni da uccelli (20%) fanno si che la sua produzione sia stata penalizzata e risulti ampiamente insoddisfacente.
In media il ciclo colturale risulta compreso tra 100 giorni di MARCUS e gli 113 di SMILE, denotando una certa influenza della classe di precocità. L’altezza delle piante varia tra i 107 (BURGGO e MARCUS) e i 134,8 centimetri (ARALBA).
L’eserzione, ossia la lunghezza dell’ultimo internodo sopra lo stacco dell’ultima foglia, caratteristica necessaria a garantire una buona ed agevole trebbiatura (carattere Combine) è risultata nel complesso buona per tutti gli ibridi, appena sufficiente solo per PR84G62.
A differenza di anni passati, non si sono verificati allettamenti precoci o a raccolta, mentre solo a Ravenna si sono registrati attacchi e danni da uccelli granivori limitatamente ad alcune varietà.
Nella tabella 8 e 9 sono descritte le operazioni colturali, mentre nelle tabelle 10 e 11 sono riportati i dati elementari raccolti nelle diverse località di prova; in tabella 12 viene riassunta l’elaborazione cumulativa dei risultati ottenuti.
In generale quest’anno i mais si presentavano visivamente “belli”, a causa dell’andamento stagionale non hanno particolarmente sofferto lo stress idrico a contrario della stagione passata. Per quanto riguarda la sensibilità allo stroncamento dello stocco da parte della piralide, si è notato che, dove il parassita risulta presente (a Parma), tutte le varietà sono risultate colpite più o meno leggermente, non arrivando comunque a causare grossi danni (il dato medio dei 2 campi è di 1,07 p/m2).
Confrontando le rese produttive delle due località di prova con la produzione media di quegli areali, si nota come le produzioni medie di campo di 13,0 t/ha per FE e di 12,9 t/ha per PR sono da considerarsi molto buone. Dal confronto tra la produzione media delle due località di prova (tabella 9 e tabella 10) è possibile dedurre informazioni sulle performance degli ibridi in relazione agli areali di coltivazione ed ottenere una prima valutazione della stabilità varietale. Dalle rese si nota che a Ferrara sembrano più adatti gli ibridi a ciclo medio (classe 500), mentre a Parma le condizioni ambientali sembrano favorire varietà a ciclo medio-lungo (classe 500-600). Infatti, non sempre gli ibridi più produttivi sono risultati gli stessi in entrambe le località. Nella classe 500 a Parma i più produttivi sono risultati HILLARY, LG36.07, NK FAMOSO, mentre a Ferrara LG36.07, PR33A46 e SIV6101. Gli ibridi DKC6815 e LG30681 nella classe 600; DKC6795 e P1921 nella classe 700 sono stati i più produttivi in entrambe le località di prova. Gli ibridi HILLARY (500), ANADON (500), AACCEL (700), PR31D24 (700) hanno manifestato comportamento produttivo esattamente opposto nei due ambienti sperimentali.
Sempre analizzando i risultati forniti dalle prove di concimazione ci si accorge di come, all’aumentare della dose di concimazione si ottenga, nella maggior parte dei casi, un aumento della produzione ma che tale incremento non porta a differenze statisticamente significative (si è rilevata una interazione non significativa tra i fattori livello di concimazione x varietà). E’ necessario sottolineare come tale aumento sia alle volte molto contenuto o addirittura, come è accaduto in entrambe le località, la risposta degli ibridi ai due livelli di concimazione ha evidenziato spesso l’esatto contrario.
Tale risultato è da interpretare come l’esistenza di un adattamento specifico di ogni ibrido ad essere coltivato nelle due situazioni agronomiche di basso e alto input (apporto azotato) e quindi una propensione a condizioni di coltivazione di bassa od elevata fertilità del terreno.
Infatti, dei 56 ibridi in prova risulta che a Ferrara 26 di essi, appartenenti soprattutto alle classi 500 e 600 e due a quella dei 700, presentano migliori prestazioni produttive in ambienti a basso livello di azoto, mentre a Parma manifestano lo stesso comportamento 31 ibridi. La maggior parte delle varietà più produttive appartengono sia a Parma che a Ferrara alle classi FAO 500 e 600.