Parco agricolo periurbano di Parma

“La città è esplosa in termini di organizzazione del suo spazio, delle sue funzioni urbane e delle attività economiche. Ad esplodere è stato anche lo stesso concetto di città, e con esso la frantumazione di tutte le categorie tassonomiche tradizionali, che ha spinto nella direzione di una ricerca finalizzata alla produzione di nuove immagini, di nuove concettualizzazioni e generalizzazioni, capaci di dare un senso ai territori contemporanei. Le gerarchie, soprattutto, sono saltate, spesso producendo una notevole confusione di ruoli tra le città centrali, i poli metropolitani, le nebulose urbane contermini, i territori periurbani e le campagne urbanizzate”. 

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Il territorio rurale si trova così assorbito in maniera crescente nell’ambito della sfera urbana venendo sottoposto, di conseguenza, ad una pressione che oltre a destrutturare progressivamente la sua organizzazione agricola porta a consistenti fenomeni di degrado ambientale e paesistico e molto spesso alla configurazione di un “paesaggio terzo” e di “residui” non riconducibili né ai parametri cognitivi e descrittivi dell’urbano né a quelli del rurale.

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Il documento del CESE, dopo avere messo in evidenza il ruolo multifunzionale e dinamico dell’agricoltura periurbana, con il suo importante ruolo di produttrice di “beni pubblici”, evidenzia obiettivi di “conservazione e sviluppo dell’agricoltura periurbana”, da sottoporre a diversi livelli di governo del territorio ed in particolare a quello locale (Fanfani, 2006). Gli obiettivi principali proposti da tale documento sono:

  • riconoscere, sul piano sociale, politico e amministrativo, l’esistenza di spazi agricoli periurbani considerandoli zone soggette a difficoltà dovute a limitazioni specifiche;
  • evitare che gli spazi agricoli periurbani siano sottoposti ad un processo di urbanizzazione, mediante la pianificazione, l’assetto territoriale e gli incentivi a livello comunale;
  • garantire uno sviluppo dinamico e sostenibile dell’agricoltura periurbana e degli spazi in cui viene praticata.

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Il parco diffuso è formato da un insieme di aziende agricole singole o associate. In quest’ultimo caso, le aziende partecipano al parco come rete, o network, di aziende su specifici temi o progetti creando utili sinergie per la definizione e attuazione delle azioni. Gli obiettivi possono essere di tipo socioeconomico oppure di tipo ambientale; possono inoltre interessare porzioni di territorio contigue oppure sparse.

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Il Parco Agricolo Periurbano di Parma (PAPR) potrebbe costituirsi nella forma di un parco “ibrido” unendo alla circoscrizione topografica del parco agricolo formato per sub-ambiti, i tratti inclusivi del parco agricolo diffuso. Si tratterebbe di un parco composto da aziende individuate in un areale circoscritto e con forti connotazioni simboliche (ambientali, paesaggistiche, produttive) e da aziende esterne a tali aree (comunque inserite nel comune di Parma) che aderiscono volontariamente sottoscrivendo un disciplinare di impegno a perseguire gli obiettivi del Parco.

Gruppo di lavoro:

Giuseppe Mezzadri, Roberto Reggiani, José Lopez Glez, Maria Roberta Vecchi Azienda Agraria Sperimentale “Stuard”

Filippo Arfini, Corrado Giacomini, Michele Donati, Maria Vittoria Verderi Università degli Studi di Parma

Paolo Zappavigna Università degli Studi di Bologna

 

relazione_parco_agricolo_parma_29_12_16-2.pdf